Alla ricerca delle origini dell’Albero di Natale

Sono tante le ipotesi sulle origini dell’Albero di Natale e vanno ricercate non solo in ambito pagano, ma anche in contesti di devozione religiosa: per esempio nell’antica regione di Canaan (l’attuale Palestina) veniva riconosciuto un ruolo religioso agli alberi, come si desume dalla Bibbia, quando accenna alle “querce di Mamre” e ai boschetti sacri posti in cima a certe alture.

druidi, antichi sacerdoti Celti, a fronte del fatto che gli abeti rimanevano sempre verdi anche nelle stagioni fredde, li consideravano simbolo di lunga vita e li onoravano nella festa del solstizio d’inverno, la cui celebrazione, nell’Europa del Nord, pare che prevedesse anche l’incendio di un albero (un pino o un abete): una  sorta di rito propiziatorio e illuminante nella notte invernale che cominciava a regredire.

Nell’alto e basso medioevo, sempre nella stessa area, molti riti antichi e usi pagani rivissero in contesti cristiani: secondo alcune leggende, che si perdono nella notte dei tempi, quando Gesù  nacque, germogliarono e fiorirono alcune piante: da qui, in preparazione del Natale, venivano posti in acqua rami di melo o ciliegio, affinchè fiorissero a Natale, mentre, in tempo d’Avvento, si ornavano le case con rami di alberi, preferibilmente sempreverdi. Al Medioevo risale anche la tradizione degli Adam und Eva Spiele”, noti come misteri”, vere e proprie messe in scena che si svolgevano sul sagrato delle chiese la sera della vigilia. A fianco dei personaggi (Adamo, Eva, il diavolo e l’angelo), è sempre presente, come elemento decorativo, l’albero, (quello del frutto del peccato): fu proprio la scena biblica dell’Eden, rappresentata nei “misteri”, che diede all’albero natalizio il suo significato cristiano. Nella notte in cui viene al mondo il Salvatore, portatore di nuova vita, l’albero posto al centro dell’Eden, emblema della debolezza umana, diventa anche il simbolo attorno al quale l’umanità intera ritrova il perdono. Ben presto oltre alle mele si cominciò ad appendervi anche delle ostie che, nel contesto cristiano, ben rappresentano il sacrificio di Cristo che sconfigge il peccato.

Nei secoli successivi le ostie furono sostituite da dolci natalizi, carta colorata, argentata o dorata, e, nei paesi germanici anche da palle di vetro, per dare luminosità all’albero e da candele, per riaffermare il richiamo evangelico di “Cristo luce del mondo”.

Per lungo tempo l’Albero di Natale rimase, comunque, una tradizione tipica delle regioni nordiche, che gli stessi cattolici consideravano un’usanza protestante: solo all’inizio dell’Ottocento l’Albero di Natale appare a Vienna, nel 1816, per volere della principessa Henrietta von Nassau-Weilburg. In Italia il primo albero di Natale addobbato risale alla seconda metà dell’Ottocento, per iniziativa della regina Margherita, che ne fece allestire uno al Quirinale, dando origine ad una moda che si diffuse velocemente in tutto il Paese.

L’abete comincia ad essere addobbato non solo con frutti, ma sempre più con ghirlande, nastri, candeline, fino a quando non presero il sopravvento (specie in Svizzera e in Germania) pendenti colorati di vetro soffiato che costituirono l’ornamento tradizionale dell’albero natalizio.

La tradizione dell’albero di Natale oggi è diffusa su larga scala, anche se la Germania rimane il paese dove questa tradizione è più sentita: in ambito cattolico è universalmente accettata e sempre più diffusa a fianco del classico presepe, anche grazie all’usanza, introdotta da Giovanni Paolo II, dell’allestimento di un grande Albero di Natale in Piazza San Pietro a Roma, culla mondiale della cristianità. Ogni località, anche in Italia, utilizza l’Albero di Natale, quale segno esterno delle festività: questo avviene da sempre anche nel nostro territorio romagnolo, dove, negli ultimi anni, anche noi di Vivai Peron Fausto siamo sempre stati coinvolti in allestimenti pubblici di Alberi di Natale, come quello che abbiamo installato a Castrocaro Terme, che illumina la centralissima piazza Mazzini.