Accade spesso che terreni a prato che puntano a nord, spesso in ombra e con tassi di umidità più elevati di altri, vengano interessati dalla presenza di muschio. E’ opportuno che alla prima comparsa di questo infestante si agisca velocemente con un trattamento, perché in assenza di un’azione repentina, si rischia di compromettere tutto il manto verde o buona parte di esso.
“Il muschio compare quasi sempre nel mese di novembre e il trattamento che normalmente facciamo – spiega Fausto Peron – avviene tramite prodotti a base di solfato di ferro, che hanno il potere di bruciare il muschio stesso, senza rovinare il prato. Questa lavorazione va compiuta più volte per essere risolutiva, un unico trattamento è insufficiente”.
Capita, però, che in assenza di un intervento al nascere del problema il muschio prenda il sopravvento e, specie nel mese di febbraio, sul prato si formi a larghe chiazze un vero e proprio effetto “presepio”: in questi casi l’intervento con solfato di ferro, da solo, non è più sufficiente.
“E’ necessario – continua Peron – un’azione più invasiva tramite una macchina denominata arieggiatrice, che di fatto estirpa il muschio, causando stress anche al prato, la cui parte esterna viene seriamente danneggiata: con i primi caldi, però, il manto erboso potrà riprendersi, in quanto l’apparato radicale non è stato interessato dall’intervento della macchina. E’ consigliabile, comunque, anche in questa fase, abbinare un trattamento con solfato di ferro”.